PATRICIA URQUIOLA / 40 DAYS
Un nuovo paesaggio temporale, un periodo di quarantena degli oggetti durante un digiuno immaginario conclusosi il 14 Aprile.
Gli oggetti che normalmente ci accompagnano nel mangiare e nel bere sono stati abbandonati e lentamente fagocitati da una natura artificiale creata da un software, il quale ci li restituisce in un gioco prospettico indefinibile tra realtà e finzione.
Questo insieme di oggetti avvolti da una vegetazione digitale sottolinea un’idea di evoluzione nell’abbandono, dove una nuova natura si riappropria delle cose impedendone l’uso abituale e trasformando la tavola in una sorta di paesaggio della memoria, di un “objet oublié”.
A new time landscape, a quarantene period of the objects during an imaginary fasting ending on April 14th.
The objects that we normally use for eating and drinking have been abandoned and slowly phagocytated by an artificial nature created by a software, which gives them back in an indefinable perspective game between reality and fiction.
This ensamble of objects enveloped by a digital vegetation underlines the idea of evolution in abandonment, where a new nature regain possession of things preventing their habitual use and transforming the table in a sort of landscape of the memory, an “objet oublié”.